25/02/10

Cronache marziane

dal sito del Per. Ind. Sandro Manili

L'ANTEFATTO
Il tutto iniziò nel 1993, quando il Collegio dei periti di Roma intese limitare ai soli specializzati in elettrotecnica la competenza per la presentazione della documentazione tecnica da allegare alle denunce degli impianti di messa a terra, come riportato in un articolo pubblicato dalla rivista "Il Perito Industriale" a cui si rimanda. Da allora è stato tutto un susseguirsi di fatti, culminati in tre denunce presentate dal presidente del Collegio di Roma, che hanno avuto come esito un'archiviazione e due processi conclusisi con l'assoluzione.

PERCHE' BLACKSHEEP
Dal dizionario Treccani: "Pecora nera: persona diversa dagli altri per le sue qualità negative e comunque malvista". Nell'affrontare le iniziative del Collegio dei periti industriali di Roma che mettono in discussione la mia professione e quindi il mio lavoro, mi sono trovato solo (ad eccezione di tre colleghi) e spesso emarginato. L'appello rivolto agli iscritti per far fronte comune non ha raccolto adesioni, facendomi sentire, appunto, una "pecora nera".

L'ULTIMO PROCESSO
Si è da poco concluso l'ultimo processo, in ordine di tempo, da me subito per denuncia del Presidente del Collegio dei periti industriali di Roma, intentato per esercizio abusivo della professione, in quanto progettista di impianti elettrici e specializzazione in energia nucleare.
Di particolare rilevanza la sentenza, essendo forse la prima su questo argomento, che mi assolve dall'accusa di esercizio abusivo della professione, in quanto l'affermazione del presidente che aveva provocato il processo a mio carico, è stata ritenuta soltanto una interpretazione della norma, peraltro diversa da quella espressa da altri Collegi. Proprio per tale motivo la sentenza mi ha assolto perché il fatto non costituisce reato. Pur essendo, a mio avviso, l'oggetto del contendere di interesse comune, non ho avuto né supporto, né collaborazione. Nella denuncia querela, presentata nel 1996, il Presidente sosteneva che avessi abusato della professione, deducendo ciò dal curriculum allegato alla domanda di iscrizione quale CTU presso il Tribunale di Roma. Nel curriculum sono indicate le attività svolte alle dipendenze dell'ufficio tecnico di uno stabilimento produttore di prefabbricati in cemento armato. L'ufficio era diretto da un ingegnere.
L'aver collaborato alla produzione di prefabbricati e di averne diretto in taluni casi il montaggio presso i committenti, l'aver supervisionato la costruzione della cabina di trasformazione MT-BT dello stabilimento ("dimostrava con documenti di aver esercitato ed esercitare la sua attività professionale nel ramo delle costruzioni edilizie, delle scale di sicurezza, delle scuole prefabbricate, dei lavori in cemento armato, delle cabine elettriche di trasformazione, ....)", sono state attività svolte da dipendente sotto la direzione di un ingegnere e di altri tecnici. Veniva richiesta poi l'archiviazione e, a seguito dell'opposizione, fui rinviato a giudizio per l'esercizio abusivo della professione in quanto progettista di impianti elettrici. Con sentenza del 3 maggio 2005 il giudice mi ha assolto, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, "perché il fatto non costituisce reato".

LE ALTRE DENUNCE
La prima denuncia, archiviata in fase di indagini preliminari, si riferisce ad una lettera del Ministero di Grazia e Giustizia che contiene un richiamo al Collegio di Roma sulla modalità di tenuta delle elezioni del Consiglio. Tale lettera era allegata ad un ricorso presentato per le elezioni del Il Presidente ritenne che con la sua presentazione al giudice fosse stato perpetrato il reato di violazione di corrispondenza privata. Alla richiesta di archiviazione, il Presidente proponeva Opposizione ma inutilmente. Infatti, a seguito della Fine delle indagini, veniva emanata l'Ordinanza di archiviazione. La seconda denuncia, che portò al rinvio a giudizio per diffamazione, ha per oggetto una lettera inviata assieme ad altri tre colleghi agli iscritti al Collegio di Roma, per informarli e sensibilizzarli in relazione ai problemi da noi incontrati nella professione e nelle relazioni col Collegio. Essendo anche periodo elettorale, invitavamo coloro che fossero d'accordo a votare la nostra lista. Il Presidente ritenne ingiuriosa tale comunicazione è ci denunciò per diffamazione. A sua volta il Presidente mandò una comunicazione a tutti gli iscritti in cui ci definisce "che razza di soggetti approdano al Collegio". Ritenendo che i tribunali abbiano cose più importanti da fare, non lo citammo a nostra volta. La "misura dei soggetti" ha avuto ragione dal giudice di primo e secondo grado. Il Presidente fu condannato al pagamento delle spese.
Per la cronaca, non prendemmo voti alle elezioni.

GLI ASSI GIAPPONESI
All'inizio degli anni '40, nella guerra cino giapponese, un reparto di piloti volontari di varie nazionalità operava in affiancamento alle truppe cinesi. L'equipaggiamento era di fortuna, per lo più costituito da caccia Curtiss P40, sul cui muso furono dipinte le mascelle di pescecane. Esse parvero però più mascelle di tigre e passarono alla storia come "Tigri volanti". Essendo il reparto mal assistito e rifornito, specialmente di aerei e relativi ricambi, la perdita o il danneggiamento di un velivolo era particolarmente gravosa. Il pilota che la causava era allora apostrofato "asso giapponese" in quanto, appunto, otteneva il risultato a cui tendevano i temibili piloti da caccia avversari. Con una scherzosa similitudine si potrebbero così chiamare i colleghi di Roma che, in ottemperanza alla improponibile rigida suddivisione delle specializzazioni a cui tende l'Albo, invece di sostenere il loro diritto alla professione, hanno conseguita una seconda specializzazione sicuramente"affine" a quella già in loro possesso, avallando in tal modo l' impostazione limitativa per la categoria. Così, ad esempio, abbiamo periti in elettronica industriale e in elettrotecnica.
Il Presidente, nella sua deposizione nell'ultimo processo, ha particolarmente insistito su questo fatto per sostenere la sua tesi e l'accusa contro lo scrivente. Vorrei qui osservare che l'elettrotecnica generale è una materia comune al corso di studi di molte specializzazioni. L'elettronico non può comprendere la sua materia se prima non ha le basi di elettrotecnica. Poi egli studia i tubi a vuoto, i semiconduttori, i tanti tipi di circuiti come oscillatori, amplificatori, contatori, eccetera. Mentre l'elettrotecnico studia come si costruiscono le macchine elettriche. Le sa dimensionare, sa calcolare le cave ed il loro stipamento, i gradienti termici negli avvolgimenti, i vari tipi di avvolgimento, le curve di coppia. Studia il comportamento degli interruttori all'apertura ed alla chiusura, ecc. Ma il compito del progettista dell'impianto elettrico è di dimensionarlo e di sceglierne il tipo in funzione della classificazione dei luoghi, non quello di progettare i dispositivi come interruttori, sezionatori, motori, apparecchi illuminanti e quant'altro. Questi dispositivi li trova già pronti e ne deve indicare solo le caratteristiche. Chiunque abbia studiato elettrotecnica generale sa calcolare la sezione di un cavo, la sua caduta di tensione, la corrente di corto circuito, il dissipamento termico, e così via. Se vi fosse una così rigida divisione di competenze, a parte le difficoltà operative, (un elettronico per il cordone di alimentazione dalla rete di un apparecchio da lui progettato dovrebbe coinvolgere un elettrotecnico), i primi a risentirne sarebbero proprio gli elettrotecnici. Infatti l'elettronica fa ormai parte di tutte o quasi le apparecchiature e dispositivi elettrotecnici.

ALTRE INIZIATIVE DEL COLLEGIO DI ROMA
Anni or sono il Collegio di Roma cancellò d'ufficio dall'albo degli iscritti perché impiegati in enti pubblici o simili. A nulla valse la dichiarazione dei suddetti enti che l'iscrizione era loro necessaria ed autorizzata per esigenze interne. Gli interessati dovettero ricorrere alla magistratura ed ottennero ragione fino in Cassazione.

Potere di interruzione degli interruttori: differenza tra Icu, Icn e Ics

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