13/05/10

Certificazione energetica nel caos

dal sito professionisti.it (fonte Italia Oggi)

Gli attestati di certificazione energetica pari a carta straccia. E poi, certificatori improvvisati e non qualificati, invece di professionisti specializzati, attestati energetici differenti da regione a regione e metodi di calcolo spesso di difficile elaborazione. Sono solo alcune delle questioni sollevate in tema di certificazione energetica, durante l'incontro che si è svolto a Firenze lo scorso 23 e 24 aprile dal tema «L'economia del risparmio. Una pensione a misura di professione», organizzato in occasione dei 60 anni della nascita del collegio dei periti industriali di Firenze. Due temi, quello dell'economia e del risparmio, legati a doppio nodo al tema della certificazione energetica, quel documento cioè che attesta l'efficienza energetica di un edificio e che, dovrebbe essere un modo non solo per contenere i consumi ma anche per influenzare il valore del mercato immobiliare. Ma quando è necessaria? Quando è avvenuta una ristrutturazione di un immobile, negli edifici di nuova costruzione, se si compra o si vende un edificio o se si ha beneficiato di particolari agevolazioni statali. Insomma i casi sono tanti, ma i buchi presenti in materia sono troppi, complici le differenze legislative da regione e regione. In attesa delle linee guida (dm 26/06/09) infatti molte regioni (Lombardia, Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna, oltre alle province autonome di Trento e Bolzano) si erano mosse d'anticipo definendo i parametri energetici da rispettare. Il risultato? Un'Italia che corre a più velocità, con regioni ancorate alle norme preesistenti le linee guida, altre proiettate nel futuro con provvedimenti autonomi in materia già in atto. Tra le prime regione a legiferare in materia è stata la Lombardia con norme ad hoc sull'efficienza energetica degli edifici. Ma è proprio qui che il dibattito è particolarmente animato soprattutto in merito alle procedure di calcolo imposte dalla regione che, è la denuncia dei professionisti, non hanno consentito in molti casi di attribuire correttamente la qualità energetica degli edifici. La regione ha effettuato negli ultimi tre anni oltre 250 mila attestati di certificazione. Ma come sono stati effettuati? Secondo i professionisti non hanno alcun valore e utilità ai fini del risparmio energetico. E il dito è puntato soprattutto sul metodo di calcolo messo a punto dal Cestec (l'organismo regionale di accreditamento dei soggetti certificatori) la cui rappresentante Valentina Belli intervenuta al dibattito si difende così: «Il metodo di calcolo, non fa altro che ricalcare le norme Unit Ts 11300 alla base delle linee guida nazionali di riferimento». E di fronte alla critiche di chi sostiene invece come il sistema sia caratterizzato da arbitrarie semplificazione e errori la risposta è che comunque «si sta lavorando per arrivare a una modalità di calcolo condivisa sul territorio». L'uniformità sul territorio è appunto uno dei nodi più difficili da sciogliere. Ma se un allineamento ci deve essere dice invece il rappresentante di Casaclima (il metodo di certificazione energetica messo a punto nella provincia di Bolzano), Stefano Fattor, questo deve essere fatto verso l'alto. Come? «Per esempio con una rete di agenzie provinciali che si assumono l'autonomia della certificazione rendendo terzo il controllore rispetto al controllato». Nel frattempo però le difficoltà per professionisti sono enormi denuncia per esempio Franco Soma componente della commissione termotecnica del Cnpi: «Molte delle certificazioni fatte in questi tre anni in Lombardia, sono state effettuate a prezzi ribassati da professionisti non abilitati e accreditati dalla regione. La certificazione, è stata fatta in modo sbagliato senza la garanzia che il professionista dovrebbe avere. Il risultato è che, alla fine, chi è bravo si toglierà dal mercato e la certificazione verrà fatta, a prezzi stracciati, da soggetti non competenti. E le certificazioni saranno solo pezzi di carta fatti da chi non sa fare niente». Ma quanto la certificazione energetica può incidere sui risparmi e in tema di economia? Non poco se si considera, come spiega Renato D'Agostin consigliere del Cnpi, che potrebbe consentire di recuperare energia per almeno un 30% delle dispersioni attuali. Questo ci potrebbe portare al raggiungimento di almeno il 50% degli obiettivi europei del 20-20-20. Il resto poi si potrebbe recuperare con le energie alternative e nel campo industriale. Il tutto, chiude, «metterebbe in moto un'attività economica enorme, forse più del piano casa, che sarebbe autofinanziata senza esborsi per il cittadino, perché sarebbe coperta con i risparmi effettuati negli anni».

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